La tecnologia applicata al risparmio non è una novità: si pensi agli impianti fotovoltaici o all’energia solare. Eppure, grazie proprio all’innovazione, e in particolare alla Rete, la tecnologia oggi ha un altro compito legato al risparmio: quello di far spendere meno per acquistare prodotti e servizi, online o nei negozi fisici.  Visto che gran parte dei consumatori compra nel multicanale, oppure esclusivamente dagli e-commerce, anche le formule promozionali del marketing 2.0 si sono adeguate a quelli che in principio erano i saldi, le svendite stagionali, i tagliandi sconto da ritagliare. Qualche dato, prima di cominciare, può fare chiarezza sulla mole del fenomeno: ci sono 10mila e-commerce in più ogni anno in Italia, da cui si servono abitualmente ormai quasi 28 milioni di italiani, per un giro d’affari giunto nel 2022 a più di 48 miliardi di euro, e una spesa media pro-capite di quasi 700 euro.

Dai tagliandi di carta ai coupon digitali

In realtà il marketing innovativo non ha inventato niente, ma ha fatto propri e amplificato i tipi di promozione già largamente diffusi nel commercio tradizionale. L’esempio classico sono i coupon: prima dell’avvento dell’e-commerce si ritagliavano dalle confezioni, poi si doveva tornare nel punto vendita e presentarli in cassa. Oggi tutto è più veloce: sono infatti nate decine di piattaforme di couponing, sulla scorta di Groupon, da cui scegliere il coupon anche per area geografica e tipo di prodotto/servizio. Basta scaricarli sul cellulare, e il gioco è fatto, perché si possono riscuotere in qualsiasi momento, salvo in cui sia stata fatta una prenotazione, e dunque si sia acquistato un voucher.

I voucher, infatti, si acquistano prima, e riservano sconti su servizi che vanno dalla cura della persona (massaggi, estetica, prestazioni mediche) all’intrattenimento (cinema, spettacoli musicali e teatrali), passando per i viaggi (biglietti di ingresso musei e parchi, o pacchetti completi, grazie anche a piattaforme specializzate come TripAdvisor e altri), e per la ristorazione (sconti su cene a tema, ma anche offerte last minute nei ristoranti e locali della città di residenza, grazie a app come The Fork e similari).

Dai buoni ai codici sconto

Anche la scontistica è cambiata con il web, non tanto nei contenuti, ma nelle forme applicative. I buoni, ad esempio, per ottenere uno sconto, erano stampati – e lo sono tuttora, in parte – sugli scontrini di supermercati e altri store, oppure si ritagliavano da giornali e confezioni.

Oggi i buoni si chiamano codici sconto, e la tecnologia vuole che siano delle stringhe alfanumeriche da digitare prima di completare un acquisto o la sottoscrizione di un servizio, per spendere meno. I codici sconto si trovano tanto in piattaforme dedicate come CodiceSconto.com, ma anche nei siti delle singole aziende, proposti via mail, tramite il mail marketing, oppure dalle sponsorizzate di Facebook.                                            

Un distinguo però, va fatto tra buoni sconto e bonus: questi ultimi non identificano uno sconto, ma un servizio o prodotto aggiuntivo.  Ne sono esempio le formule ispirate al “3×2”, tipo “prendi un prodotto, che il secondo te lo regaliamo”, ma non mancano applicazioni di servizio: i bonus si usano per erogare minuti e giga gratis, nell’ambito telefonia, così come vengono usati i bonus senza deposito dagli operatori del gioco a distanza, per far provare i giochi della piattaforma a coloro che vogliono testarli, ma preferiscono non aprire un conto, almeno inizialmente. Tipi di bonus sono anche le aggiunte a un dato ordine, tipo i bonus pre-order per chi prenota un videogioco, ad esempio, ottenendo così contenuti o gadget esclusivi.

Dal cashback alle app

Una menzione a parte merita il cashback, forse una delle poche iniziative di marketing che ha preso piede soltanto negli ultimi anni, traendo spunto dalle iniziative per favorire il cashless messe in pratica dalle istituzioni in tempi piuttosto recenti. Oggi il cashback, sospeso come beneficio governativo, ha fatto grandi passi avanti nel commercio elettronico, e sono davvero numerose le piattaforme che permettono di aderire a questo tipo di programma.

Il cashback consiste in un rimborso sulle spese effettuate presso un dato negozio virtuale, anche convenzionato con piattaforme tipo Beruby o Bestshopping: al raggiungimento di una data soglia di spesa, i soldi maturati vengono riaccreditati sulla carta o sul conto dell’utente, collegati al momento dell’adesione, ma possono anche essere trasformati in buoni sconto sugli acquisti successivi.

Il cashback è un tipo di iniziativa mirata di marketing, che punta a fidelizzare i clienti, in tempi dominati da una concorrenza piuttosto forte, in settori ad alta competitività, e specialmente nel largo consumo. Il beneficio, certo, non è immediato, ma la certezza di spendere per guadagnare attrae migliaia di consumatori digitali, che utilizzano il cashback anche nel campo dei servizi, dalla fornitura di energia ai trasporti, passando per il rifornimento di carburante.

Dal cashback alle app, il passo è breve, visto che anche il risparmio da mobile è una novità degli ultimi tempi. Ormai l’e-commerce tramite smartphone ha raggiunto alti livelli di penetrazione: parliamo del 60 per cento degli acquisti totali. Le app per sconti sono davvero innumerevoli per ogni tipo di dispositivo, e anche settoriali, non solo multicategoria. Tra le più famose, Idealo, Trovaprezzi e DoveConviene. Ma chi più ne ha più ne metta.