Nessun compromesso perché ne va della vista di 100.000 pazienti
Per gli oculisti: “ancora non ci siamo!” Decine di migliaia di pazienti rischiano di perdere la vista e le misure adottate non sembrano sufficienti. E mentre l’Italia affonda in scandali e tangenti, gli oculisti preoccupati continuano la propria opera di informazione e di tutela della vista degli italiani: “Le scelte adottate dal “Sistema Sanità” non sono in grado di garantire il diritto alla cura per decine di migliaia di pazienti che rischiano di perdere la vista – afferma ancora una volta Matteo Piovella, Presidente della SOI – Il rispetto del diritto alla cura non può essere condizionato e – osserva il Presidente SOI – mancano ancora regole chiare e trasparenti che consentano ai medici oculisti italiani di assumersi serenamente la responsabilità di curare i pazienti con Avastin off-label: allo stato il sistema sanitario invece di sostenere e di allearsi con i medici oculisti virtuosi, crea ostacoli inutili che ne impediscono l’attività clinica finalizzata alla cura dei pazienti”.
Ancora una volta l’AIFA detta regole inidonee a sostenere le esigenze di tutela della salute dei cittadini.Ottobre 2012: AIFA esclude con piena responsabilità Avastin dai farmaci erogabili attraverso il SSN con la legge 648/96.Oggi: la stessa AIFA è obbligata a tornare sui propri passi reintroducendo Avastin nella 648/96.In una situazione che ha già aperto contenziosi economici del valore di un miliardo e quattrocento milioni di euro, l’ingiustificata esclusione di Avastin dalla 648/96 determina enormi disagi per la prosecuzione delle cure dei malati e insormontabili difficoltà ad accedere alla terapia nei tempi utili.In questa situazione, nel reintrodurre Avastin nella 648/96 l’AIFA inserisce tutta una serie di vincoli scientificamente incomprensibili e ingiustificati.
In questo modo, non si risolve il problema dell’accesso alle cure da parte di decine di migliaia di pazienti: anzi, se possibile, lo si rende ancora più complesso determinando fortissime discriminazioni economiche tra i cittadini. In poche parole: l’azione di AIFA è sconcertante!
Fuori da ogni logica scientifica, AIFA limita l’applicazione di Avastin alla sola terapia della “maculopatia senile”. In questo modo, esclude tutti i pazienti diabetici (che sono la maggioranza) e i giovani miopi: tanto per fare degli esempi.
Come se non bastasse, nel riportare in rimborsabilità Avastin AIFA introduce una serie di limitazioni che porteranno a contingentare l’utilizzo del farmaco limitandolo a pochi centri e che gettano ancora ombre sulla sicurezza di Avastin.
Nonostante sia stata dimostrata e certificata oggettivamente che la pericolosità di Avastin e Lucentis è equivalente, la somministrazione di Avastin viene ora regolamentata come se, invece, fosse evidente la sua pericolosità . Si limita l’utilizzo di Avastin solo a fantomatici centri di eccellenza in quanto unici capaci di reagire a questi pericoli (sic!); si individuano solo le farmacie ospedaliere come uniche adeguate al frazionamento obbligando a chiudere le farmacie che fino ad oggi hanno garantito con maggiore sicurezza la distribuzione del farmaco.
Chi sostiene il “sistema” ha deliberato per impedire alla Farmacia Fiorentini di Brescia, che dal 2007 ha frazionato, su preciso protocollo approvato da SOI e dai NAS, oltre 100.000 dosi di Avastin senza riscontrare un solo evento avverso grazie a una tecnica che sigilla in busta sterile la siringa monodose di Avastin con scadenza di utilizzo a due mesi, risultato che nessuna farmacia ospedaliera, ad oggi, è stata in grado di ottenere.
Quale sarà l’effetto dell’introduzione di queste limitazioni infondate sul piano scientifico e incomprensibili sul piano della cura dei pazienti?
I 7000 oculisti italiani si troveranno incatenati in un divieto di cura dei pazienti imposto da AIFA e irrispettoso dei diritti costituzionali: quale medico oculista potrà mai iniettare un farmaco presentato da AIFA come pericoloso? Quale paziente darà il suo benestare a farsi curare con un farmaco pericoloso?
Deve essere ribadito con forza che continua a livello istituzionale la sottovalutazione dell’impatto numerico ed economico delle diverse maculopatie, tutte capaci di far perdere la vista e di incidere negativamente sulla qualità di vita di persone anziane e indifese: ne sono colpite una su tre dopo i 75 anni.
Ecco cosa succederà dopo l’introduzione delle regole AIFA che SOI , in virtù del suo ruolo di referente tecnico scientifico ha giudicato inadeguate e di parte : il malato deve obbligatoriamente rivolgersi a una struttura pubblica individuata dalla Regione – non si sa in base a quali criteri dato che in oculistica non sono mai esistiti i “centri di eccellenza” perché non vi è mai stata alcuna trasparente necessità di individuarne dato l’elevato livello dell’oculistica italiana e la contemporanea e obbligatoria collaborazione tra i 1700 oculisti operanti nel pubblico e i 5300 che svolgono attività libero professionale, così come accade in tutto il mondo. Se poi si considera che tra iniezioni e visite di controllo, rispettando le linee guida necessarie per garantire una cura adeguata, ogni malato deve raggiungere il centro almeno 4 volte al mese, per un totale di 75 accessi ogni tre anni, ci si rende conto dell’assurdità di questo inutile vincolo che vale per Avastin che costa poco ma non per Lucentis che costa tanto. E’ l’inizio di una “paralisi terapeutica” che vedrà pochi centri presi d’assalto da migliaia di pazienti in cerca di cure adeguate e a cui non sarà possibile dare una adeguata assistenza. Con queste indicazioni il “Sistema Sanità” contraddice se stesso : da anni ha deciso che tutta la chirurgia oculistica deve essere eseguita in regime ambulatoriale e quindi al di fuori dei ricoveri ospedalieri.
E questo accade anche se tutto il mondo, Italia compresa, è concorde nel ribadire la totale equivalenza dei due farmaci per efficacia e sicurezza: sorprendentemente sembra importare poco che i pazienti abbiano ben compreso le reali motivazioni della contrapposizione tra Avastin e Lucentis e che agiranno di conseguenza a tutela dei loro diritto di accesso alle cure.
SOI è solidale con l’impegno del Presidente del Consiglio Matteo Renzi per cambiare il Paese e dare nuovo vigore e spinta all’immagine e all’efficienza del “Sistema Italia” ma al tempo stesso pubblicizza l’esito di questa triste vicenda che certifica quanto il “Sistema Italia” metta in campo pur di opporsi al virtuoso cambiamento.
La SOI plaude e sostiene l’impegno del Procuratore della Repubblica Nello Rossi, che ha aperto una indagine sul caso Avastin e Lucentis, oltre ad aver avocato l’indagine a suo tempo attivata dal Consigliere Guariniello della Procura di Torino.
SOI si mette a disposizione per quanto concerne il parere tecnico scientifico sui farmaci da utilizzare in oculistica , situazione che vede SOI quale espressione massima e competente oggi riconosciuta: anche le istituzioni sanitarie di Repubblica Ceca, Cile e Ungheria, per migliorare l’accesso alle terapie per i pazienti affetti da maculopatia hanno richiesto la consulenza e il parere della Società Oftalmologica Italiana – conclude un sempre più preoccupato Matteo Piovella, ”evidentemente l’impegno e la competenza di SOI tanto apprezzati internazionalmente , oggi creano al “Sistema Italia” solo imbarazzo ”.